Esperienza onsen: unica e in completo relax.
L’antichissimo rito di fare il bagno nelle sorgenti termali, “onsen”, è uno degli aspetti più radicati nella cultura e nelle tradizioni del popolo giapponese.

La prima cosa da sapere è che la regola più importante per chi entra in un onsen è il sapere rilassarsi. E, di riflesso, il permetterlo anche agli altri ospiti.
L’etichetta del buon comportamento prevede pochi ma indiscutibili punti da seguire, senza eccezioni per nessuno.
Si accede nudi.
Negli spogliatoi vi sono armadietti o ceste dove riporre i propri vestiti.
Non nascondo che la cosa a priori mi destava qualche perplessità sia per me che per i bambini. Come darmi torto: non è cosa abituale fare il bagno senza veli in compagnia!!..E qui confesso: alla nostra prima esperienza in un onsen ho sperato fino all’ultimo di poter tenere una salvietta!
Tuttavia posso garantirvi che l’imbarazzo, una volta entrati, viene vinto subito dalla totale naturalità e indifferenza con cui i giapponesi, nella loro imperturbabile riservatezza, vivono il momento. E l’effetto è contagioso! Anche i bambini che prima erano decisamente restii, dopo poco, si sono sentiti subito a loro agio.
Nella maggior parte degli onsen, al momento del pagamento del biglietto, viene fornita anche una salvietta. Questa serve per asciugarsi dopo essere usciti dalla vasca per accedere asciutti allo spogliatoio. La salvietta non può essere mai immersa o lasciata nell’acqua per motivi igienici.
Prima di immergersi in vasca bisogna lavarsi con i detergenti disponibili nell’area doccia.
Ci si lava seduti sull’apposito sgabello per evitare di schizzare il vicino. Per attutire lo sbalzo tra la temperatura corporea e le acque calde è consigliato poi fare dei risciacqui caldi, riempiendo per almeno dieci volte l’apposita bacinella. Si consiglia di partire dai piedi e via via salire fino alle spalle. La temperatura delle acque termali varia da sorgente a sorgente; tuttavia nella maggior parte dei casi è superiore di qualche grado ai 40 gradi. In ogni vasca c’è un termometro che la rileva.
Si entra in vasca liberi dai detergenti e senza fare schizzi.
Niente barba da Babbo Natale e niente tuffi e salti dal bordo per intenderci.
Ricordate: solo “rilassamento“, non cadete in tentazione con la scusa di fare divertire i bambini!
Le acque termali possono essere abbastanza dense e di un caldo intenso quindi, per evitare la disidratazione, è auspicabile rimanere immersi solo per un tempo limitato.
Per massimizzare gli effetti benefici di queste acque calde si consiglia di fare più bagni di breve durata che un unico bagno. L’ideale, secondo alcune linee guida di onsen, sarebbe fare un primo bagno di cinque minuti, un secondo di otto minuti e un terzo di tre. E approfittare delle due pause per lavarsi i capelli. Rientrare in vasca sempre privi di detergenti.
Mai inoltre rimanere immersi oltre i 15 minuti in modo continuativo, immergersi sempre e solo fino al collo, continuare ad idratarsi con acqua e altre bevande fino a quindici minuti prima del bagno e poi una volta usciti.
Bisogna ovviamente essere in un ottimo stato di salute e senza patologie per non incorrere in eventuali rischi o effetti collaterali.
I bambini il caldo lo sentono maggiormente rispetto a noi adulti. I bagni devono essere quindi ancor di più breve durata. Se non riescono ad andare oltre al pediluvio, nessun problema: si perderanno comunque in una interminabile doccia, ricoperti di schiuma e divertiti dall’uso dell bacinella, mentre il genitore si rilassa in tutta tranquillità nella vasca. Negli onsen più grandi e frequentati è possibile trovare vaschette da bagnetto per infanti da riempire, lasciare raffreddare, e immergere il piccolo.
Una volta usciti prima di accedere allo spogliatoio bisogna asciugarsi.
L’interrogativo se dopo l’ultimo bagno bisogna risciacquarsi rimane questione aperta. Le teorie sono diverse. Tuttavia per i più, per non perdere gli effetti benefici, delle acque termali è sconsigliabile.
Esperienza onsen: attenzione alle restrizioni
Ogni onsen è libero di regolamentare il proprio accesso, applicando anche delle restrizioni. Meglio sempre controllare gli eventuali divieti d’ingresso sul sito della struttura, se disponibile, o sul regolamento generalmente posto all’ingresso. Queste possono riguardare in alcuni casi anche la fascia d’età dei bambini ammessi ed in particolare chi ha tatuaggi.
Le persone con tatuaggi tendenzialmente non sono accettate. Questo perché in Giappone i tatuaggi sono per tradizione associati a gente non raccomandabile, nonché uno segni distintivi di chi fa parte della Yakuza, la mafia locale. E l’approccio generale é quello di non riservare un trattamento diverso per il turista tatuato. Tuttavia, vi sono onsen in cui è permesso accedere anche con tatuaggi purché coperti e in alcune strutture, sebbene pochissime, private e generalmente costose, si è ammessi anche con tatuaggi senza l’obbligo di doverli coprire.
Se siete in quelle situazioni al limite della restrizione (come nel caso in cui il vostro bambino non raggiunge l’età per essere ammesso ma non porta più il pannolino e pensate si possa comportare in modo adatto) mi sento di consigliarvi di provare comunque a contattare prima la struttura ed esporre la vostra particolare situazione. Il personale è generalmente sempre molto disponibile. Mal che vada, ascolteranno con educazione la vostra esposizione e poi sempre con molta gentilezza rimarranno fermi sulla regola.
Esperienza onsen: qualche nozione base per non fare confusione
Onsen: sorgente di acqua termale. Gli onsen possono essere privati o pubblici, in questo caso sono gestiti dall’amministrazione locale.
Onsen ryokan: locanda tradizionale giapponese dove si può soggiornare e si possono consumare i pasti; nella cui proprietà vi è una fonte termale.
Rotenburo: vasca (bagno) all’aperto di acqua termale
Notemburo: vasca (bagno) al coperto di acqua termale
Sentō: bagno pubblico con acqua riscaldata non termale.
Buona ESPERIENZA ONSEN a tutti!
Qui Alla scoperta di Hakone con bambini.
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