Da Okinawa via aereo abbiamo raggiunto l’aeroporto internazionale del Kansai. Da qui siamo partiti in treno verso Koyasan, un complesso monastico racchiuso tra le montagne nella Penisola di Kii, la parte più remota della regione del Kansai. Molto scenico e caratteristico il percorso che, appena si allontana dalle aree urbane di Osaka e delle città limitrofe, sì fa largo tra vallate verdi e piccoli villaggi per poi serpeggiare tra rocce scoscese e foreste.
Il complesso di Koyasan lo si raggiunge con una funicolare che sale ripida, quasi in modo verticale, sulla montagna. Dalla stazione d’arrivo della funicolare è poi obbligatorio prendere l’autobus per raggiungere il centro.

Koyasan fu fondata dal monaco Kukai nel 816, che è una delle più importanti e venerate figure religiose del Giappone, nonché fondatore del buddismo Shingon. Koyasan oggi conta più di 110 templi ed è sede della Scuola Shingon, punto di riferimento per più di dieci milioni di seguaci.

Da vedere l’area del complesso sacro Garan con vari templi e pagode, raggiungibile a piedi dalla via centrale. Da non mancare la passeggiata tra cedri secolari che parte dal ponte Ichi-no-hashi* e che porta al complesso sacro del Oku-no-in, passando per un suggestivo cimitero dove gli stupa e le statue più antiche sono oramai diventate parti integranti del bosco.
I bambini, per nulla intimoriti, sono rimasti affascinati dalle migliaia di statue di pietra presenti: le loro preferite quelle piccole ricoperte da vestiti rossi.
L’edificio simbolo di questo complesso è il Toro-do (Il Tempio delle Lanterne), dove sia all’esterno che all’interno sono custodite centinaia di lanterne, alcune delle quali, si dice, siano accese da più di 900 anni. La passeggiata risulta essere ancora più suggestiva se intrapresa la mattina presto con la nebbia che piano piano abbandona il bosco.
Inutile dire che il tutto è circondato dal silenzio, molto rilassante e, per chi predisposto, luogo perfetto per la meditazione.
A rendere però unica la nostra esperienza a Koyasan è stato il soggiorno, comprensivo di cena, passato nella foresteria di uno dei 50 templi, che offre questo servizio.
Per prenotarlo bisogna compilare un modulo apposito sul sito internet dell’associazione turistica del Koyasan (http://eng.shukubo.net/). Va detto che i prezzi non sono economici e variano molto a seconda del numero dei pasti e dei servizi dei singoli templi. Alcuni dei quali non hanno nulla da invidiare alle migliori ryokan di lusso (locande tradizionali giapponesi).

Noi abbiamo alloggiato allo Shojoshin-in Temple.
Magico, ubicato poco prima del ponte Ichi-no-hashi*, con l’esterno curatissimo: vietato per i bambini spostare i sassolini ben ordinati…nulla è al caso all’interno dei complessi dei tempi!
Ad attenderci una grande stanza con comodi e caldi futon, servizio per il tè, accessori per il bagno e dei fantastici kimono da indossare: cosa che ha subito galvanizzato i bambini. Tutto pulitissimo, incluso i bagni in comune. La ciliegina sulla torta è stato trovare un piccolo onsen interno. Ovviamente con una stanza per gli uomini e una stanza per le donne.
Immergersi nell’ampia vasca di legno con acqua fumante, dopo una giornata di trasferimenti iniziata all’alba ed una passeggiata serale con l’aria frizzantina, che ci ha ricordato di essere in una zona montuosa, è stato il non plus ultra!!!
La giornata a Koyasan inizia e finisce presto. Ai templi bisognerebbe arrivare non oltre le 17, la cena viene infatti servita poco dopo. Anche i ristoranti e i negozi di alimentari sulla via principale del villaggio chiudono alle 17. Dopo cena difficilmente troverete qualcuno passeggiare per le vie.
Anche se l’esperienza non è economica, ed anche il tempo per raggiungere questa località non è poco, ne vale assolutamente la pena.
I costi partono da 9720 YEN per adulto in templi con sistemazione tradizionale (futon) e bagno comune, inclusa la colazione e la cena (rigorosamente vegetariane per gli adulti). Per i bambini (4-12 anni) il prezzo varia a seconda dell’opzione scelta: cibo incluso o meno, porzioni piene o a metà, e va dal 70% al 30% della tariffa adulto. Gli infanti (0-3 anni) sono gratuiti. Premesso che non siamo particolari seguaci della cucina vegetariana, posso dire che la cena non è stata male; più difficile la colazione. I bambini hanno cenato con tutto il riso bianco a disposizione. Per i vostri piccoli accompagnatori mi sento quindi di consigliarvi di avere a disposizione qualche cibaria di sopravvivenza (pane,biscotti,..) se non dovessero apprezzare il cibo proposto.
Nella maggior parte dei templi è possibile partecipare alla preghiera del mattino, che avviene intorno alle 6.
Il modo più comodo e veloce per raggiungere direttamente la localita’ da dove parte la funicolare per Koyasan è in treno dalla stazione Namba, a Osaka, con la linea Nankai-Dentetsu (1ora e 40 min). Noi l’abbiamo raggiunta in treno ma dal Kansai International Airport facendo qualche cambio ed abbiamo impiegato un po’ più di tempo per le coincidenze. Per muoversi nella regione del Kansai sono disponibili diverse tipologie di Pass, che si possono acquistare all’aeroporto o nelle principali stazioni. Valutate se per il vostro itinerario sono più convenienti rispetto all’acquisto dei singoli biglietti.
Per Koyasan: Koyasan World Eritage Ticket (per info www.nankaikoya.jp/eng) o Kansai Thru Pass. Per una visuale delle diverse opzioni di Pass per il Kansai www.westjr.co.jp.
Dall’aeroporto è possibile arrivare a Koyasan anche con una linea dedicata di autobus che tuttavia fa solo qualche corsa al giorno.
Da Koyasan abbiamo poi raggiunto, sempre in treno, la città di Nara.

Molto più a misura d’uomo delle altre città che abbiamo visitato e con un clima a volte mitigato da una piacevole aria fresca Nara ci è subito piaciuta. Piacevoli vie pedonali tra le quali perdersi tra ottimi ristoranti, bakery, case da te e negozi di artigianato.
Qui abbiamo provato per la prima volta una pizza made in Japan ed abbiamo scoperto che i giapponesi sono proprio bravi nel fare la nostra pizza. Confesso che un po’ mi scoccia ammetterlo ma in fondo abbiamo molto apprezzato anche questa loro dote! Senza nulla togliere alla cucina tradizionale giapponese….
Nara ha avuto un ruolo di primaria importanza nella storia del Giappone ed è stata la sua prima capitale.
La sua maggiore attrazione turistica è rappresentata dalla visita al parco di Nara-koen, tra le colline ed i boschi dell’area orientale della città. Al suo interno sono custoditi diversi templi, dalle origini antichissime, alcuni dei quali riconosciuti patrimonio dell’UNESCO. Il parco è inoltre casa di una numerosa popolazione di cervi mansueti ed affabili, che si muovono liberamente tra templi e turisti.
Il gioiello di Nara è rappresentato dal maestoso complesso del Todai-ji che custodisce al suo interno il Grande Budda, una delle statue bronzee più grandi del mondo con i suoi 16 metri di altezza. Alle spalle della statua, la simbolica narice del Budda, rappresentata in un pilastro di legno da una grande cavita, è motivo di grande richiamo per i bambini che la passano da una parte all’altra. Secondo la tradizione chi riesce ad infilarsi ha l’illuminazione garantita.


Per accedere al Tempio si passa attraverso un imponente portale, il Nandai-mon, costudito da due guardiani Nio. È impressionante quanto siano espressive e realistiche queste statue di legno costruite nel XIII, sembrano pronte a muoversi da un momento all’altro.
Da non perdere la vista sulla città dall’alto della scalinata che porta al tempio Nigatsu-do.
Belli anche i giardini di Yoshiki-en con accesso gratuito, ottimi per una pausa dalla calura del giorno.
L’area del parco è molto grande e le attrattive sono tante, noi vi abbiamo passato praticamente una giornata per visitarla. Al suo interno vi sono diverse aree di ristoro con ristoranti, negozi con souvenir, snack e bibite rinfrescanti.
Anche il quartiere di Naramachi merita una visita. Tra le sue strette vie troverete storiche case di mercanti, tra queste la Naramachi Koshi-no-le molto ben conservata con i suoi interni in legno ed il piccolo giardino interno.
Da Nara abbiamo raggiunto Kyoto sempre spostandoci in treno.
Visitare Kyoto, forse perché venivamo dalla tranquilla e più fresca Nara, con i bambini è stato un po’ impegnativo. È una città molto grande, dove la maggior parte delle attrattive non sono vicine tra loro e spesso sono inserite in un contesto più caotico rispetto a Tokyo. In questi casi poi il caldo e l’afa della stagione estiva non aiuta.
Il primo giorno lo abbiamo dedicato ai quartieri di Higashiyama nord e sud. Qui, ai piedi delle montagne, si concentrano alcuni tra i più importanti templi della città, parchi e quartieri pittoreschi come: Gion famoso per le geisha e le sale da tè, Ninen-zaka e Sannew con case tradizionali di legno splendidamente restaurate e botteghe.
Tra i templi da non perdere vi e’ il Kiyomizu-dera, essendo pero’ il tempio più visitato di Kyoto non può essere il luogo dove cercare pace, quiete ed ispirazione. Forse se lo si visita la mattina presto o il tardo pomeriggio, quando i pullman turistici o non sono ancora arrivati o se ne sono andati, si trova meno gente. Dalle sue terrazze si gode un ottimo panorama su tutta la città ed è inserito in un bel contesto naturalistico che rende piacevole la visita del complesso. Se avete bisogno di una pausa vi sono diverse aree di ristoro. Noi dopo un bel piatto di ramen ci siamo ripresi con delle ottime granite. Il colore fluo lascia un po’ perplessi ma poi quando le si provano diventa difficile non ordinarle sempre…la grana del ghiaccio è talmente fine che sembra neve…buonissime!
Per accedere al Tempio si deve percorrere una ripida salita fiancheggiata da numerosi negozi di artigianato locale, souvenir, piccole gastronomie nonché negozi dove è possibile affittare i vestiti tradizionali giapponesi con relativi accessori: Kimono, sandali, ombrelli nonché ricevere assistenza per il trucco e l’acconciatura. I bambini ne rimangono catturati, non sarà facile resistere alle loro richieste!!!

Molto più tranquilli sono i Templi Chion-in con i suoi massicci portali e l’intimo Shoren-in con il suo grazioso giardino interno, annunciato da maestosi alberi di canfora posti all’esterno delle sue mura.
Il secondo giorno abbiamo visitato il bosco di bambù di Arashiyama, che però non ci ha entusiasmato. In questo periodo dell’anno a posteriori opterei per altro anche perché per raggiungerlo dal centro di Kyoto si investe non poco tempo. Merita sicuramente una visita il famoso Padiglione d’Oro, il Kinkaku-ji, inserito in un bel giardino piacevole da esplorare.
In serata siamo entrati al Nijo-jo, un grandioso castello costruito nel 1603 come residenza. Impressionante la sua grandezza così come la sua maestosità. Al suo interno vi sono diversi edifici che si potevano però vedere solo dall’esterno. Molto belli anche i giardini.
Se transitate dalla Stazione di Kyoto, prendetevi il tempo di un caffè per esplorare questa struttura avventuristica di vetro e acciaio.
Da qui siamo partiti con un treno alla volta di Nagoya, raggiunta in breve tempo.
Il viaggio continua:
Qui Da Nagoya a Kanazawa passando per le Alpi giapponesi e il Nakasendo Trail
Precedente: Okinawa e le Isole Kerama: dove il mare è più blu
Enjoy this post? Please share 🙂